“Il nostro pensiero, anche se è chiaramente da confermare, – sottolinea Fabrizia Arduini, referente energia per il WWF Abruzzo – va all’intensa attività di ricerca geosismica attraverso l’air-gun da parte delle compagnie petrolifere, attualmente utilizzato soprattutto sulle coste dell’altra sponda dell’Adriatico.
L’air-gun è una pratica che per l’intensità di suono prodotto nel sottofondo marino diviene micidiale per i cetacei e non solo, come dimostra una ampia letteratura a riguardoâ€.
Anche i sonar militari, in particolare quelli a bassa frequenza, hanno conseguenze devastanti per il mare e sono causa diretta di spiaggiamenti di massa e di emorragie per la risalita eccessivamente rapida degli animali spaventati da suoni mai sentiti in mare. Le ricerche petrolifere, al di là del micidiale air-gun, provocano danni anche con altre attività: nel sito di Maria Rita D’Orsogna si legge, ad esempio, che nel 2008 circa 100 balene si spiaggiarono e morirono lungo le coste del Madagascar in conseguenza, come venne acclarato da uno studio indipendente, di stimolazioni acustiche connesse appunto alla ricerca di giacimenti nel fondo marino.
Basta progetti inerenti gli idrocarburi in mare Adriatico, basta fiumi che riversano quotidianamente veleni: facciamo appello alle forze politiche e a tutte le Regioni che si affacciano su questo mare perché si attivino immediatamente per avviare la tutela, concretamente e non a chiacchiere, di un fragilissimo ecosistema, fonte di vita di moltissime specie viventi compresa la nostra.
“La politica dello sfruttamento selvaggio – conclude Luciano Di Tizio – non ci ha portato da nessuna parte. Le compagnie petrolifere promettono, a fronte delle loro perforazioni, vantaggi immediati per la collettività che non ci sono mai stati o che comunque non hanno compensato i danni ecologici ed economici per i territori coinvolti. Per costruire un domani ecocompatibile e che davvero ci possa portare fuori dalla attuale pesante crisi occorre guardare al futuro e non al passato. E le fonti energetiche fossili ormai sono soltanto un residuo del passatoâ€.
Da sottolineare infine che quello di Punta Aderci è il più grosso spiaggiamento di balene di tutto il Mediterraneo dalla fine 1800 ad oggi.
È inoltre importante evidenziare che l’eccezionale dispiegamento di esperti e di volontari ha portato quattro individui, uno dei quali aveva frammenti di una grossa rete infilata in bocca, a riprendere il mare aperto.
“Speriamo che tutto vada per il meglio – afferma la guardia WWF Stefano Taglioli – perché questo sarebbe il premio migliore per il lavoro dei volontari che sono accorsi a decine con commovente abnegazioneâ€.