Quest’anno fanno sapere in una nota gli esponenti PD Di Costanzo e D’Ignazio le modalità di pagamento della retta estiva della ludoteca comunale sebbene
gli importi siano ragionevoli (200 euro mensile con pasti e 100 euro senza pasti),
penalizzano le famiglie in difficoltà economica.
La partecipazione al costo della ludoteca,
infatti, attraverso il pagamento della retta mensile esce dalla logica di dare sostegno nel
periodo estivo alle mamme che lavorano in maniera discontinua e con contratti precari.
“Molte di loro, in nome della tanto diffusa flessibilità, -affermano Di Costanzo e D’Ignazio- sono impegnate con un lavoro a ore
che non prevede una pianificazione continuativa delle giornate lavorative.
La retta mensile non agevola le esigenze di queste famiglie in quanto si tratta di una forma
di pagamento che non tiene conto delle reali necessità giornaliere dei loro genitori né tanto
meno del reddito familiare. Una retta a ingressi, come lo scorso anno, o una retta mensile
adeguata alle condizioni economiche di ciascuno (funzionale alla dichiarazione ISEE)
sarebbero più adatte”.
Non è un caso infatti che quest’anno, sebbene la logistica sia cambiata in meglio, comunicano gli esponenti del PD cittadino,
essendosi la ludoteca trasferita presso il centro sportivo Trisi, che offre la possibilità di
usufruire di un ampio spazio esterno, rispetto al luogo chiuso quale era quello dell’ex
Cubò, le richieste di iscrizione sono molto contenute (una quindicina a fronte del centinaio
dello scorso anno) e diverse sono le mamme che hanno lamentato l’aspetto economico
del servizio, poco concorrenziale ad altre strutture private.
“Una ludoteca pubblica, in quanto tale, oltre ad essere concepita come un momento
di formazione ed arricchimento culturale per i suoi ospiti, deve preoccuparsi anche di
garantire una continuità formativa rispetto al periodo invernale e soprattutto di mettere in
condizioni tutte le famiglie che ne hanno necessità di poter usufruire del servizio, anziché
porle in condizione di rivolgersi presso altre strutture. -commentano Di Costanzo e D’Ignazio-
Una scelta che tra l’altro non trova giustificazione neppure nella carenza di personale,
dato che diverse operatrici dell’azienda non raggiungono il loro monte ore mensile.
Sarebbe auspicabile dunque una ottimizzazione della struttura, ripensandone la funzione
e valorizzandola in relazione alle reali esigenze familiari con rette più adeguate e
concorrenziali, in quanto determinerebbe un aumento della domanda di iscritti almeno
fino al periodo che precede l’inizio scolastico e costituirebbe una fonte di reddito per la
struttura e soprattutto un concreto aiuto per le famiglie”.
Di Costanzo e D’Ignazio rimarcano poi come la potenzialità della struttura sia tale da poter incrementare il numero
degli iscritti in nome dei diversi laboratori offerti, del contatto con la natura e di una
modalità di pagamento adeguata.
“In questo contesto tuttavia è necessario rivedere una più equa divisione degli spazi
della struttura, -concludono gli esponenti del PD cittadino- in quanto trattandosi di struttura aperta è evidente il disagio per una
compartecipazione degli spazi tra i piccoli ospiti e i pazienti in trattamento ergoterapico,
che, nella logica di recupero e responsabilizzazione frequentano il centro. Un percorso di
inclusione sociale lodevole che mal si concilia con la contemporanea frequentazione dei
giovani ospiti”.