giovedì , 21 Novembre 2024

WWF: dalla Provincia di Chieti via libera all’abbattimento di 1791 volpi

Con Delibera di Giunta n. 86 del 08/05/14 la Provincia di Chieti ha approvato il “Piano triennale di controllo delle popolazioni di volpi in alcune ZRC e aree cinofile del territorio dell’ATC chietino-lancianese”. Dai primi giorni di luglio 2014 risulta al WWF che siano iniziate le attività di abbattimento delle volpi a cura dei cosiddetti “selecontrollori”, ossia di cacciatori che dovrebbero essere autorizzati dalla Provincia di Chieti.

Secondo il “Protocollo operativo telecontrollo notturno alla volpe” l’abbattimento avviene esclusivamente da autoveicolo con carabina e utilizzo del faro, tutti i giorni dell’anno (ad eccezione di maggio e giugno) con orari che vanno, a luglio, dalle 21:00 alle 03:00.

Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo prendendo posizione ha dichiarato: “Da segnalazioni che ci giungono da diversi cacciatori che non condividono simili metodi, gli abbattimenti notturni alla volpe stanno avvenendo senza il controllo degli organi di polizia.
In pratica i cacciatori escono di notte armati di fari e carabine e nessuno vigila sul rispetto delle leggi e delle regole. Chi garantisce che i cacciatori abbattano solo volpi? Chi controlla che vengano effettati abbattimenti solo nelle aree affidate? Chi verifica che nella ZRC di Casoli siano utilizzate, come prescritto, esclusivamente munizioni prive di piombo? Chi garantisce che gli “equipaggi” siano composti solo da cacciatori autorizzati? Ma soprattutto, anche a seguito delle persone già morte a causa della caccia notturna più o meno lecita, chi garantisce l’incolumità pubblica durante le attività di abbattimento?”

Aggiunge Claudio Allegrino, responsabile caccia del WWF Abruzzo: “La Provincia di Chieti è moribonda e i cacciatori ne approfittano: si sostituiscono alle autorità preposte, come sta avvenendo con gli abbattimenti delle volpi. La legge prevede prima la prevenzione, poi l’utilizzo di metodi ecologici per il controllo della fauna selvatica.
Solo come ultima soluzione consente l’utilizzo delle armi da fuoco.
E anche in quest’ultimo caso la legge autorizza gli abbattimenti da parte della Polizia Provinciale e del Corpo Forestale dello Stato. Soltanto in mancanza di alternative possono essere autorizzati i cacciatori. Nella realtà invece avviene il contrario. È ora che le autorità e la politica intervengano a ristabilire un minimo di controllo da parte della Pubblica Amministrazione”.

“Fermo restando il giudizio fortemente critico del WWF in relazione a interventi con i fucili per la gestione faunistica, sostanzialmente bocciata anche dall’ISPRA (si veda il documento citato in calce Ndr), -conclude Di Tizio- abbiamo inviato alle autorità un dettagliato esposto dove chiediamo di verificare il rispetto della normativa vigente. In particolare chiediamo al Prefetto di Chieti di sospendere immediatamente le operazioni di abbattimento notturno della fauna selvatica fino a quando non venga garantita la sicurezza per l’incolumità pubblica”.

La “bocciatura” dell’ISPRA del controllo dei predatori attraverso abbattimenti

Si riportano qui di seguito alcune brevi citazioni tratte dal Documento Tecnico “Biologia e gestione del fagiano”, pubblicato dall’ISPRA (ex INFS). L’ISPRA è Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è vigilato dal Ministero dell’Ambiente e in generale si occupa di attività di formazione sui temi ambientali. È deputato, in particolare, al rilascio dei pareri tecnici alle Pubbliche Amministrazioni nel campo della pianificazione faunistico-venatoria.

(…), “il controllo delle specie predatorie come la volpe non rappresenta uno strumento di conservazione ma una manipolazione delle zoocenosi funzionale a chiari interessi di carattere economico e sociale”.

(…), “quella del controllo dei predatori rimane sostanzialmente una scelta funzionale ad accrescere i carnieri venatori e come tale, non viene accettata da una parte della pubblica opinione.”

(…) Queste azioni (n.d.r.: ci si riferisce al controllo numerico dei predatori) presentano effetti in genere limitati nel tempo a causa dell’attivazione, da parte degli individui superstiti, di meccanismi fisiologici ed ecologici di reazione finalizzati a recuperare le consistenze numeriche perdute (…)”

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