Organizzato da un folto parterre di
associazioni d’impresa e sindacati dei lavoratori (Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confapi, Confartigianato,
Confindustria, Confesercenti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl), il confronto ha rappresentato l’occasione, per lo stesso neo
presidente della Regione, di annunciare l’imminente vertice in programma proprio in Abruzzo, con il Gotha
nazionale di Trenitalia, su temi di maggiore interesse per il nostro territorio: aggancio all’Alta velocità ferroviaria
sulla dorsale adriatica, potenziamento della linea di collegamento con la Capitale.
Agli scenari ambiziosi della macro-regionale ha dedicato il suo intervento introduttivo il segretario regionale della
Cisl di Abruzzo e Molise, Maurizio Spina, che ha pure ricordato le tappe ravvicinate che trasformeranno in realtà,
dopo l’area danubiana e baltica, anche la nuova realtà istituzionale adriatico-ionica.
«Ma l’Abruzzo – ha avvertito
– deve recuperare il terreno perduto, tanto nella capacità progettuale che nelle relazioni con altri territori, senza
le quali è forte il rischio che il suo territorio resti tagliato fuori dalla ripartizione dei fondi comunitari», una torta
che per la sola programmazione destinata alle reti infrastrutturali (ferrovia, banda larga) vale qualcosa come 50
miliardi di euro. A condizione, appunto, di saper realizzare sinergie tra le diverse realtà, fare rete, operare scelte.
Diversi, oltre a reti e trasporti, i campi di una possibile azione comune tra gli otto Paesi coinvolti (con l’Italia,
anche Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Slovenia e Serbia-Montenegro) nella nuova macro-regione:
politiche sociali, energia, ambiente, clima, ricerca e innovazione, turismo, sono i temi in cima all’agenda degli
impegni comuni. Proprio ai rapporti tra i diversi territori, ma anche alle criticità che rischiano di penalizzare
l’Abruzzo, ha dedicato un approfondimento il professor Roberto Mascarucci, docente alla Facoltà di Architettura,
dell’Università d’Annunzio, che lavora da anni su questo tema; circostanza, questa, che ha permesso al neo
presidente della Regione, di annunciare in anteprima un confronto imminente, e proprio in terra d’Abruzzo,
con l’intero vertice di Trenitalia. Un faccia a faccia, in tema di infrastrutture, destinato a gettare le basi per un
confronto sui principali dossier che interessano l’Abruzzo delle strade ferrate: aggancio all’Alta velocità sulla
dorsale adriatica, potenziamento della linea con la Capitale.
D’Alfonso, che ha riconosciuto agli organizzatori
dell’incontro di questa mattina un forte impegno «che viene da lontano», ha ammonito tuttavia «come la
dimensione macro-regionale sia, soprattutto, una strategia di carattere culturale, non una nuova sovrastruttura
che si sostituisce o si somma a istituzioni rappresentative esistenti: una dimensione che richiede la capacità di
rimettersi in discussione, di fare un salto culturale».
Nei loro interventi, poi, Stefano Palmieri e Claudio Cappellini, componenti del Cese, il Comitato economico e
sociale europeo, hanno ricordato le diverse opportunità che la dimensione macro-regionale regalerà all’Abruzzo:
come ad esempio, la possibilità di sostenere, con gli altri partner, l’impegno finanziario per la realizzazione
di opere di interesse comune, anche di grande interesse per il mondo della piccola e della micro-impresa.
Al «recupero di un ruolo per l’Abruzzo, uscendo dall’invocazione rituale sui fondi comunitari», ha fatto
riferimento nel suo iniziale indirizzo di saluto il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, che è anche presidente
del Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio: «Serve – ha aggiunto – una forte capacità di recuperare una
dimensione progettuale credibile, sin qui mancata».