giovedì , 21 Novembre 2024

Cittadinanza onoraria al 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo

Questa è la motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria:

“Al Reggimento Paracadutisti, erede delle gloriose tradizioni del 183° e

184° Reggimento della Divisione Nembo che, nel giugno 1944, hanno

contribuito in modo determinate alla liberazione della provincia e della

città di Chieti.
In particolare, il 9 giugno, i paracadutisti della Nembo,

animati dal loro servizio all’Italia da spiccata generosità ed elevato spirito

di sacrificio, con una ardita e non usuale manovra, giungevano in Chieti,

eliminavano le forze tedesche presenti ed impedivano la distruzione

di numerosi edifici, ponti e strade già predisposta dal nemico.
A Chieti,

primo capoluogo di provincia d’Italia ad essere liberato unicamente da

unità del nostro Esercito, i paracadutisti della Nembo hanno dato un

chiaro esempio, in un tragico momento della storia nazionale delle più

belle virtù del popolo italiano”.

A ritirare la Cittadinanza Onoraria, rappresentanti del 183° Reggimento

Paracadutisti “Nembo” guidati dal Comandante, Colonnello Franco

Merlino, il dottor Giulio Morigi, figlio del Gen. Giorgio Morigi

Comandante della Divisione “Nembo” nel 1944, il Maggiore Vandalo Mei

che al momento della liberazione di Chieti era Sottotenente nella 39^

Compagnia del XIII Battaglione del 184° Reggimento “Nembo” e il

Paracadutista Casimiro Tonello che al momento della liberazione della

città faceva parte della 1^ Compagnia del CLXXXIV Battaglione Guastatori

della Divisione “Nembo”.
Nel corso del Consiglio Comunale, che ha visto

l’approvazione all’unanimità dell’Ordine del Giorno, si sono susseguiti gli

interventi dei Consiglieri Comunali Enrico Bucci ed Alessio Di Iorio, del

Maggiore Vandalo Mei, del Generale Leonardo Prizzi – già Comandante

del Comando Militare Esercito “Abruzzo”, autore di studi e ricerche di

carattere storico/militare e membro del “Comitato provinciale per la

valorizzazione della cultura della Repubblica”, ricostituito dal Prefetto di

Chieti in vista dell’organizzazione delle celebrazioni della ricorrenza del

70° Anniversario della Liberazione della Provincia e del Comune di Chieti

dall’occupazione tedesca – del Comandante del 183° Reggimento

Paracadutisti Nembo, Franco Merlino, e del Sindaco Di Primio che,

ricordando la concessione (nel 2010) da parte del Consiglio Comunale

della cittadinanza onoraria ai Carabinieri, ha evidenziato l’importanza

della presenza militare a Chieti fin dall’Unità d’Italia e “l’onore di

consegnare le chiavi della città al 183° Reggimento Paracadutisti Nembo.

Un atto d’amore verso chi ci ha liberato dall’oppressione e ci ha

consentito di vivere in piena democrazia oggi”.
Ribadendo la necessità di

evitare sterili polemiche in una giornata come quella odierna, il Sindaco

ha poi sottolineato “bisogna consegnare ai nostri ragazzi il ricordo e la

scrittura di una storia condivisa da tutti e non solo patrimonio di una

parte.
Oggi sono felicissimo di coronare e proseguire il sogno, che già fu

del Sindaco Domenico Spezioli nell’immediato dopoguerra, di consegnare

la cittadinanza onoraria a chi ha evitato che la nostra città fosse distrutta

dall’atrocità della guerra”. La mattinata si è conclusa con l’esibizione del

Coro dell’Ateneo “G. d’Annunzio” diretto dal maestro Giacinto

Sergiacomo.

“Penso di essere uno dei pochi della mia età ad aver effettuato il servizio

militare – ha affermato il capogruppo del Pd, Alessio Di Iorio – è stato uno

degli anni più belli della mia vita e mi ha consentito di conoscere una città

a me nuova. Chieti è una città particolare per la sua situazione politico-
culturale, si pensa che a Chieti non sia mai esistita una forza antifascista.

Chieti era una città aperta e dava la possibilità agli sfollati di essere

ospitati. Tutti abbiamo bisogno di tutti, ma possiamo fare in modo che

gli altri ci rappresentino dandoci la possibilità di avere la parola. Bisogna

ricordare ai più giovani di aver vissuto quei momenti. Ringrazio il 183°

Reggimento Paracadutisti Nembo non solo per la questione storica ma

perché ritengo che sia una parte importante dell’Esercito italiano”.

Dopo un excursus storico, il capogruppo del Gruppo Misto, Enrico Bucci,

ha detto: “Chieti non è solo la città della camomilla ma è la città della

solidarietà e dell’accoglienza. Il 2 agosto del 1946 Monsignor Venturi

ebbe la cittadinanza onoraria per aver fatto di Chieti città aperta, questo

è dovuto anche al 183° Reggimento Paracadutisti Nembo.
Questo

rappresenta una delle più belle pagine della nostra città che non può

essere lasciata all’oblio del tempo e deve essere tramandata ai giovani

affinché abbiano coscienza storica, con la storia che deve essere parte

attiva di questa città. Oggi abbiamo compiuto il nostro dovere, abbiamo

dato il valore alla memoria e cerchiamo di essere un attento e sereno

custode”.

“Grazie a tutti coloro che hanno partecipato – ha detto il sindaco di

Chieti, Umberto Di Primio – nel mio mandato da sindaco questa è la

seconda volta che conferisco la cittadinanza onoraria non ad una singola

persona ma ad un gruppo che ha contribuito alla crescita della nostra

città, negli anni scorsi abbiamo conferito la cittadinanza onoraria all’Arma

dei Carabinieri, ricorreva il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Sin dal

1960 la nostra città è andata ad assumere le caratteristiche di una città

centromeridionale. La nostra città spesso si misura sull’economia che

l’Esercito ha portato. Mi si è presentata l’occasione di dare la possibilità

alla città di celebrare se stessa. Tributare il 183° Reggimento Paracadutisti

Nembo con la cittadinanza onoraria è una cosa dovuta.
Chieti riscopre in

qualche modo le pagine della propria esistenza. Tributiamo loro di essere

una parte di noi teatini, consegniamo loro le chiavi della nostra città. C’è

stata la libertà di ribellarsi ad un regime, non fu l’idea di un uomo, ma

di un paese che voleva conquistare se stesso. Oggi diamo la possibilità

ai ragazzi di conoscere una storia che appartiene a tutti e non solo ad

alcuni. La storia deve essere patrimonio di tutti e non solo di una parte

del Paese.
Le nostre radici sono la sorgente del nostro quotidiano, oggi

dobbiamo spingere arrivarci, ma senza dividerci. Liberare l’Italia è stato

un bene per tutti. Quindi fare polemiche inutili non serve a nessuno. Tutti

insieme dobbiamo essere capaci di costruire la libertà e la democrazia

che è il rispetto per gli altri. Io sono felicissimo di aver condotto questo

mandato da sindaco e di aver conferito queste cittadinanze onorarie”.

“Grazie Chieti – ha rimarcato il colonnello Franco Merlino – noi ci

vantiamo di essere gli eredi di chi ha contribuito. Lo abbiamo fatto

disubbidendo ad un ordine , questo per un militare è una delle cose

più pericolose. Hanno reso la città aperta di Chieti una città libera.
La

differenza tra ieri ed oggi è l’età anagrafica. Io oggi non posso fare altro

che ringraziare la città tutta per aver riconosciuto quello che hanno fatto

gli uomini del Nembo ieri. Sono profondamente emozionato soprattutto

nel vedere i ragazzi che hanno modo di toccare con mano la storia della

loro città”.

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