giovedì , 21 Novembre 2024

Federico Moccia per l’ultimo appuntamento della Ule, l’audio intervista di Hg

L’AUDIO INTERVISTA

Nel corso del pomeriggio si è svolta la

presentazione del libro “I profumi del Cedro” di Catia Napoleone,

con Federico Moccia che ha parlato del testo. Massimo Pasqualone,

coordinatore della Ule, ha fatto da relatore ed ha brillantemente

introdotto la presentazione del volume.
Il pomeriggio è stato intervallato

dalle letture di Dante Quaglietta. Alla chiusura della giornata splendida

esibizione musicale del duo Ance di Vincenzo De Ritis e Pierpaolo Tolloso.

Saluti iniziali dell’assessore alla Cultura del Comune di Francavilla, Andrea

Di Peco, che ha portato il saluti del sindaco ed ha invitato Federico Moccia

a partecipare all’estate francavillese ormai alle porte.

Lo scrittore romano, a margine dell’incontro, ci ha gentilmente concesso

un’intervista.

– Oggi è a Francavilla per la presentazione del testo “I profumi del

cedro”di Catia Napoleone, è sindaco di Rosello e sua moglie è

abruzzese. Quanto è forte il suo legame con l’Abruzzo?

– Io sono innamorato dell’Abruzzo perché mi è sempre piaciuto e

per assurdo da piccolo, quando stavo poco bene, venivo portato in

Abruzzo a passare alcuni mesi della mia infanzia e mi ricordo quel

periodo in cui facevo le passeggiate in cui andavo nella chiesa di

questo piccolo paese, che era Secinaro, dove andavamo a prendere

dei giochi e per me era un periodo di grande felicità con mia zia

Maria che mi faceva compagnia in questo soggiorno, è diventata

un’isola del cuore. L’Abruzzo mi piace per il suo grande carattere

che ha nei suoi abitanti e nella sua regione.

– Il suo primo successo letterario è “Tre metri sopra il cielo”,

romanzo scritto nel 1992 ma che è stato conosciuto al grande

pubblico solo nel 2004 e dal quale ne è scaturito anche un film. Ci

sono voluti 12 anni per far conoscere questo libro, ma ne è valsa la

pena…

– A me piace scrivere, ho scritto questa storia senza alcun tipo

di contratto, volevo raccontare una storia che poi era un po’ la

mia storia quando da giovanissimo osservavo bande di ragazzi

abbastanza violenti che attraversavano Roma. Immaginavo la mia

storia d’amore a cavallo di una di quelle motociclette accanto

alla ragazza che sognavo, alla fine l’ho portato in un libro che per

molti giovani è stato un libro importante, dato che parla di molte

delusioni con i genitori, che permette di condividere quei momenti

che quando li vedi a distanza da adulto sembrano facili, ma quando

li vivi da adolescente non lo sono affatto.

– Poi sono seguiti altri successi letterari come “Ho voglia di te”,

“Scusa ma ti chiamo amore”, “Amore 14” e “Scusa ma ti voglio

sposare”. Due elementi in comune in questi testi sono l’amore e i

giovani…

– Però in realtà ho raccontato anche della famiglia e degli altri

spaccati. Ne “L’uomo che on voleva amare” ci sono una pianista

ed un uomo molto ricco, le loro difficoltà ed il senso di colpa che

hanno. A me piace raccontare delle storie, ne “La passeggiata” ho

raccontato il rapporto tra un padre ed un figlio, in “Quell’attimo

di felicità” c’è la storia di due amici che attraversano un momento

particolare della loro vita e addirittura vanno in America che è un

momento molto intimista che si conclude con quell’attimo di felicità

che “Sei tu” che è l’ultimo testo che ho scritto. Credo che la voglia di

raccontare prescinda a volte da riflessioni o puntare troppo l’occhio

sull’amore perché poi non si parla solo d’amore, la nostra vita

sarebbe bella se ci fosse solo amore, invece ci sono tanti problemi e

voglia di risolverli.

– Da questi suoi testi e dai film che ne sono venuti fuori è nato

il fenomeno dei lucchetti sui ponti che ha superato i confini

nazionali. Una volta tanto siamo stati noi italiani a lanciare una

“moda”…

– Io sono molto contento perché ho visto che a Parigi ci sono

due ponti, Pont des Arts e Ponte dell’Arcivescovado, che cono

completamente ricoperti di lucchetti colorati, che sono diventati

un’opera d’arte. Mi sarebbe piaciuta che questa cosa a Ponte

Milvio fosse continuata, è diventata un’azione ribelle di innamorati

che vanno contro le regole e addirittura lo hanno vietato. Però,

passeggiando dalle parti di Ponte Milvio, io abito lì vicino, al di sopra

di tutto qualcuno ha lasciato il proprio lucchetto.

– Scrittore di romanzi, regista, sceneggiatore, autore televisivo,

sindaco… In quale di queste esperienze si ritrova di più e perché?

– A me piace la scrittura che poi può diventare teatro, cinema,

televisione, però scrivere il foglio nel momento in cui c’è l’idea è la

cosa più bella che c’è. A prescindere dai limiti che questa vita tante

volte ci impone, un foglio e una penna tante volte ci portano in posti

in cui spesso non avremmo mai potuto immaginare di essere.

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