Nacque così da questo riconoscimento la più grande creazione politica della storia, che ha saputo creare nei decenni un’area di pace e crescita economica capace di attirare nuovi Paesi, che oggi entrano nell’Unione non per annessioni e guerre ma per convinzione.
«Ciononostante, ricorda la CDO ci recheremo alle urne domenica prossima per le Europee dando troppo per scontate questa pace e questa valorizzazione dei popoli dopo periodi di odio e sangue, presi come siamo dall’inganno di populismi e personalismi che promettono soluzioni non sostenibili, ripiegando nella vecchia ricetta di dirottare l’attenzione su un nemico esterno.
Ripartiamo, dunque, da quell’intuizione e rimettiamoci in movimento per consolidare questa pace e renderla ancora proficua. Così, come la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio del 1951 utilizzò l’economia come strumento per favorire una collaborazione politica per la pace e la libertà, anche oggi l’economia deve essere considerata non come fine unico dell’Unione, ma come un mezzo importante.
Senza farne diventare un idolo, la crescita economica deve essere favorita per creare occupazione – soprattutto per i giovani – sostenere il welfare e le politiche sociali, garantire istruzione e ricerca e ridurre il debito pubblico. Una delle condizioni, al riguardo, è centrare l’obiettivo dell’Industrial Compact, con il raggiungimento del 20 per cento del Pil europeo dal manifatturiero entro il 2020.
Occorre poi rimanere orientati ai principi dello Small Businnes Act, come valorizzazione delle piccole e medie imprese, ossatura del sistema economico europeo».
«Inoltre, -secondo la CDO- è necessario un graduale, ma consistente adeguamento reciproco delle politiche finanziarie ed economiche: per garantire un sistema bancario capace di sostenere la crescita, evitando che il rischio delle banche possa essere riversato sui cittadini, è urgente procedere con la realizzazione dell’Unione Bancaria, così come sono necessarie nuove regole, chiare ed efficaci, per il controllo dei mercati finanziari e delle agenzie di rating.
Ma per favorire la crescita occorre una maggiore flessibilità nell’applicazione del Patto di Stabilità attraverso negoziati realistici e audaci e l’applicazione della “golden rule†che prevede di detrarre dal calcolo del rapporto deficit/pil gli investimenti in infrastrutture strategiche».
In definitiva secondo la Compagnia delle Opere perché l’Unione non diventi solo una tecnocrazia che si sostituisce alla vita buona dei popoli, i popoli stessi devono riscoprire il valore originario dell’Europa.
L’Unione, a sua volta, deve tutelare la libertà e favorire la pace, in modo tale che le persone possano liberamente e responsabilmente creare e lavorare, intraprendere e rischiare, costruire e comunicare, educarsi ed educare.
Il futuro dell’Europa è dato da persone capaci di costruire sempre e dappertutto con la forza della libertà, la prudenza della responsabilità e l’audacia della carità».